Perché l’OpenLab

La biologia è un campo delle scienze la cui importanza va crescendo. Stanno crescendo ancora di più gli aspetti tecnologici e applicativi della biologia. Non passa giorno senza che i giornali o la TV ci parlino di nuove scoperte, nuove possibilità diagnostiche, nuove speranze terapeutiche, nuove varietà alimentari. La genetica è uno dei motori di questi trend. Molte di queste scoperte, possibilità, speranze sono in qualche modo legate a ricerche di genetica o che fanno uso di metodologie genetiche. Gli stessi giornali e la stessa TV ci parlano di rischi e di paure che possono nascere dai raggiungimenti della genetica.

Malgrado tutto ciò la genetica, e la biologia in generale, rimangono materie troppo poco studiate nelle scuole e molto lontane per il grande pubblico. Le ragioni di ciò sono varie. C’è sicuramente un handicap iniziale da superare, per il fatto che la biologia si è affermata come disciplina di studio scientifico della natura dopo la fisica o la chimica. C’è anche una tendenza a considerare più spettacolari altri fenomeni della natura: quando si preannuncia un’eclissi i giornali si riempiono di articoli, ma quanti riflettono sulla “spettacolarità” di vedere la mutazione in FOXP2? Eppure quest’ultima è stato probabilmente l’evento che ha dato alla nostra specie una capacità non trascurabile – quella di parlare.

Le conseguenze di questa carenza di una cultura genetica di base sono evidenti a chi si occupa professionalmente di questa materia ma sfuggono a molti. Alcune di esse riguardano aspetti che ci coinvolgono direttamente ed altre riguardano gli altri organismi con cui coabitiamo il pianeta:

  • quanto spesso in campo biomedico, nuove scoperte sperimentali vengono accompagnate da annunci roboanti di possibilità di cura, che sono in realtà assai ipotetiche, tutte da sperimentare e quasi sempre per un futuro molto più distante di quel che si fa credere?
  • quanti sanno che l’impostazione in termini geneticamente corretti costituisce il più forte contributo a debellare il pregiudizio razziale?
  • quanti sanno fino a che punto la selezione genetica (in epoche pre-ingegneria genetica) abbia contribuito alla produzione di varietà alimentari e commerciali di primissima importanza?
  • quanti sanno che la conoscenza delle differenze genetiche interindividuali può essere potenzialmente di grande rilevanza per migliorare la qualità della vita?
  • quanti hanno riflettuto sulla dimensione dello sforzo internazionale per arrivare al sequenziamento del genoma umano, e sull’importanza dell’aver affermato la necessità che l’informazione sia pubblica?
  • quanti hanno riflettuto sul fatto che i pool genetici delle specie viventi costituiscono il principale patrimonio del pianeta? – è capitato di notare che le discussioni riguardo agli OGM sono spesso condotte su un piano più emotivo che fattuale?
  • quanti sanno che la composizione del pool genetico di ogni specie (anche la nostra) reca traccia della sua storia e che tale storia può essere ricostruita proprio mediante studi genetici?
  • quanti sanno che non esistono scuole per la formazione di divulgatori di questa materia né di materie affini?

Per affrontare questi argomenti, anche in modo divulgativo, non c’è metodo migliore di mostrare che cosa vuol dire fare sperimentazione in genetica. Per fare questo è necessario un laboratorio aperto anche a chi non vuole essere genetista di professione, ma vuole saperne di più, anche provando a fare un esperimento con le proprie mani – un OPENLAB.

L’idea di impiantare un OpenLab ha ormai qualche anno. L’idea di base è quella di contribuire a colmare il distacco fra la scienza che si fa all’interno dei laboratori di ricerca e le conoscenze accessibili al grande pubblico.

La domanda che sorge è: “un Università è il luogo migliore per un’iniziativa del genere? Non è forse troppo dedicata alla ricerca avanzata?”

La risposta è che se c’è una Università adatta questa è l’UNICAL. Per i grandi spazi disponibili, per le infrastrutture ricettive per i grandi sforzi nello stabilire rapporti con le scuole medie ma, soprattutto perché è in Calabria, una regione dove c’è bisogno di divulgazione scientifica e che offre al tempo stesso possibilità di studio uniche.

Oggi l’OpenLab è un neonato. Trattare fin dall’inizio tutta la biologia o tutti gli aspetti della genetica sarebbe stato troppo ambizioso. Abbiamo deciso di limitarci ad un sottoinsieme delle tematiche genetiche, orientando l’attività a quegli aspetti che sono più vicini alla realtà calabrese e del meridione d’Italia.